Lunedì 11 ore 16.30- Delirio in sala stampa. Mentre vi scrivo, una nota giornalista italiana lamenta l’eccessivo abuso di aria condizionata in sala stampa. Spocchiosa ed arrogante dà vita ad uno sproloquio gratuito inveendo contro un innocente giovanotto addetto alla sicurezza.
Sentirsi “arrivati" e quindi immortali? Ma a quanto pare nessuno (a parte la sua assistente) ricorda il nome di questa gentildonna dallo sbarazzino taglio di capelli alla francese, che in modo frenetico e convulsivo batte i tasti della tastiera del proprio pc intenta a confezionare l’ultimo articolo della giornata...
Inizia ad innervosirmi ma (molto elegantemente) mantengo la calma.
Nel frattempo io e la mia collega Alessandra Russo di MeDressMe ci prepariamo per andare ad assistere alla prossima sfilata. Un calendario folto di eventi uno più interessante dell’altro. A quanto pare nei giorni precedenti all’inizio della kermesse, le incessanti polemiche non hanno demoralizzato gli organizzatori di AltaRoma che a mio avviso in questi cinque giorni di calendario sono riusciti ancora una volta a ribadire e riconfermare l’importanza dell’alta moda romana come palcoscenico internazionale e ponte ideale tra tradizione e modernità. D’altro canto nel 1988, anno della sua fondazione, furono proprio questi i presupposti. Ma erano altri tempi, direbbe qualcuno! All’epoca molti degli stilisti italiani, successivamente d’adozione parigina, ancora sfilavano quì, nella città eterna all’ombra dell’imponente e romantico Colosseo o su quelle famose scalinate di Piazza Di Spagna, più volte teatro di eventi manifesto per l’haute couture e trasmissioni tv successivamente entrate di diritto nella storia della televisione italiana come “Donna sotto le stelle”. Vediamo insieme, quindi, le più interessanti proposte F/W 2012 haute couture delle maison italiane ed internazionali che nei giorni scorsi hanno sfilato a Roma.
Un’eleganza senza tempo per una donna oltremodo sicura e raffinata. La passerella di Sarli emoziona uscita dopo uscita.
Nell’affascinante scenario a cielo aperto di Piazza del Campidoglio risplendono maestose le creazioni della storica maison fondata dal compianto Fausto Sarli. Era il 1954 quando nella Sala Bianca del Palazzo Pitti a Firenze presentò per la prima volta al pubblico le sue scultoree creazioni. Da allora tutti i nomi più importanti del jet set internazionale (Liz Taylor, Mina, Carla Fracci, Ornella Vanoni, Carla Bruni) hanno indossato ed amato lo "stilista scultore" scomparso improvvisamente lo scorso dicembre.
Carlo Alberto Terranova e Rocco Palermo, gli attuali direttori creativi della maison, non deludono affatto . A farla da padrone motivi geometrici tra art-dèco e op-art.
Scacchi, onde, losanghe e spirali vanno a delineare un elegante dress-code in “black’n white”.
Tailleurs e mini abiti dagli effetti tridimensionali, pulsanti e vibranti, indirizzati ad una donna fiera, decisa e moderna. Al calar della sera, per le grandi occasioni, la maison suggerisce abiti-mantella in cady e gazar di pura seta decisamente da togliere il fiato.
E come nei migliori defilé, il gran finale, lascia spazio al classico ed intramontabile abito da sposa. Indossato per l’occasione dall’attrice Daria Strokous, protagonista del film di prossima uscita “Contagious” diretto da Steven Sodebergh con Matt Demon, Jude Law e Kate Winslet, rende omaggio alla città eterna con il titolo “Roma Caput Artis - La migliore Italia”.
Quello realizzato da Sarli Couture è certamente uno tra i più raffinati abiti da sposa proposti nel corso di quest’edizione di Alta Roma.
Una candida sposa, ancora una volta, fasciata in un tessuto Gazar di pura seta dal corpetto scultura ed un romantico strascico di Mikado di 45 cm (sempre di pura seta) a ribadire la decennale tradizione sartoriale e l’incontrastata eleganza che da sempre contraddistingue lo stile Sarli nel mondo.
Scacchi, onde, losanghe e spirali vanno a delineare un elegante dress-code in “black’n white”.
Tailleurs e mini abiti dagli effetti tridimensionali, pulsanti e vibranti, indirizzati ad una donna fiera, decisa e moderna. Al calar della sera, per le grandi occasioni, la maison suggerisce abiti-mantella in cady e gazar di pura seta decisamente da togliere il fiato.
E come nei migliori defilé, il gran finale, lascia spazio al classico ed intramontabile abito da sposa. Indossato per l’occasione dall’attrice Daria Strokous, protagonista del film di prossima uscita “Contagious” diretto da Steven Sodebergh con Matt Demon, Jude Law e Kate Winslet, rende omaggio alla città eterna con il titolo “Roma Caput Artis - La migliore Italia”.
Quello realizzato da Sarli Couture è certamente uno tra i più raffinati abiti da sposa proposti nel corso di quest’edizione di Alta Roma.
Una candida sposa, ancora una volta, fasciata in un tessuto Gazar di pura seta dal corpetto scultura ed un romantico strascico di Mikado di 45 cm (sempre di pura seta) a ribadire la decennale tradizione sartoriale e l’incontrastata eleganza che da sempre contraddistingue lo stile Sarli nel mondo.
Al collo della modella risplende, infine, e quasi acceca, un collier da 100 carati della collezione Masterpiece di Damiani dal valore di 600 mila euro.
Incantevole e suggestiva la passerella di Sarli Couture emoziona, incanta e fa sognare.
Lo stilista libanese Tony Ward s’ispira alla filosofia Zen e porta in passerella 40 creazioni dalle linee pure per una donna internazionale, sofisticata e profondamente femminile.
I colori come l’argento e l’oro si intervallano ai più audaci rossi senza dimenticare le più classiche nuance del bianco e del nero.
Seducenti forme tridimensionali ottenute grazie all’utilizzo e la certosina sperimentazione di tessuti innovativi e ampiamente lavorati. E’ come nel caso del "filo di metallo intrecciato alla seta" che lo stilista assicura: "tra un anno lo useranno anche i grandi nomi della Haute Couture!”
Immancabili le pregiate pietre preziose che accrescono quel tocco di asimmetria ai tagli di abiti fasciati o svasati.
Pizzi, tulle e cascate opulente di Svarosky strizzando l’occhio alle donne più ricche del pianeta. L’intenzione è quella, dunque, di puntare l’interesse ai nuovi mercati come la Russia, la Cina, l’India e l’Europa dell’Est. A sostenerlo è lo stesso direttore creativo della maison che aggiunge: “I paesi emergenti, come Russia, Cina, India, Brasile, Europa dell'Est, Kazakistan, Azerbaigian, perche’ sono i nuovi consumatori dell'alta moda, e dobbiamo andare noi a cercarli a casa loro. L'epoca in cui i clienti andavano a casa degli stilisti e' finita. Basti pensare che una maison come Dior ha mandato la sua direttrice delle vendite in Kazakistan e mandera' la' anche la sua collezione, tutto pur di vendere”.
Non a caso in prima fila la miliardaria kuwaitiana Mouna Ayoub catalizza l’attenzione dei presenti.
Giunta a Roma esclusivamente per assistere alla sfilata è una tra le donne più ricche del pianeta.Amante e collezionista di abiti haute couture è una grande estimatrice della Tony Ward Couture.
Abed Mahfouz porta in scena la più seducente e preziosa collezione di abiti da sera dell’intero calendario di sfilate romane. Intitolata “Le vintage moderne” la collezione dello stilista libanese è un avvicendarsi di splendidi abiti dalle brillanti colorazioni che in un susseguirsi di arancio e oro incantano l’esclusivo parterre.
Dal beige mandorla al blu delle cascate fino al verde acqua marina. Padroneggiano i colori della natura che donano alla donna vista da Mahfouz nuova luminosità e seducente calore.
I tessuti impiegati nella lavorazione per ottenere i ricami preziosi dall’abbagliante lucentezza sono stati ottenuti da una nuova ed interessante combinazione di filati creati appositamente per l’alta moda nel laboratorio dello stilista a Beirut.
Leggere mantelle trasparenti, abiti monospalla e scollature asimmetriche, inserti di chiffon accarezzano la silhouette fasciando con grazia ed eleganza i corpi. Un trionfo di mussola, merletto e satin con cascate di pietre preziose che a suon di musica scandiscono i passi decisi delle statuarie modelle.
Un connubio perfetto tra un passato sfarzoso con ispirazione ai ’70 ed un dinamico presente. Un soffio di Avant-Garde per una donna cosmopolita che non rinuncia mai ad essere elegante e al tempo stesso romantica.
Raffaella Curiel, storica stilista milanese, opta per un atmosfera anni ’40 e trae ispirazione dalle opere dei più importanti rappresentanti dell’arte Impressionista.
Da vera padrona di casa accoglie calorosamente i propri ospiti accompagnandoli alle sedute, dialoga con loro ringraziandoli ad uno ad uno della presenza.
Supervisiona scrupolosamente ogni piccolo dettaglio per poi dileguarsi tra la folla dirigendosi dietro le quinte. Da lì la sfilata ha inizio. Sotto la sua ineccepibile direzione gli abiti si liberano d’ogni guinzaglio, uscendo allo scoperto per consacrarsi alla folla estasiata.
Un messaggio chiaro e diretto quello che la stilista milanese vuole lanciare: No alle magrezze ai limiti dell’anoressia per un ritorno alle curve e quelle rotondità femminili che il mondo della moda per troppo tempo ha rinnegato.
Le giacche dei tailleurs segnano le spalle e strizzano il giro vita per poi svasarsi sui fianchi. Splendidi i pantaloni plissè e le signorili gonne longuette. Spuntano a sorpresa audaci camicette di chiffon trasparentissime e dai colli guarniti di volants e plissés, audaci e sensuali, sotto spesse giacche dai tagli sbieghi.
"Nella mia collezione ho immaginato le figure morbide e desiderabili di Manet - racconta Raffaella - la coquetterie delle signore ritratte da Renoir, le scollature osè di Tissot e le leggerezze degli abiti di Boldini”. Ecco spiegati i toni grigi alla Cezanne e i più forti verdi, arancioni e blu ispirati al giardino di Moreno di Bordighera di Manet. Un vero e proprio inno all’arte impressionista tramutato in un autentico ed esemplare capolavoro d’alta sartoria decisamente senza tempo.
Curiosità: Raffaella riceverà poi un mazzo di rose bianche offertegli in dono da Giorgio Armani ed un bigliettino con su scritto: “Se io sono il re tu sei la regina”. E' quella la regina, gentile e garbata, che alla fine della passerella s’inchina in segno di gratitudine dinnanzi ai fotografi, emozionati e meravigliati.
I colori come l’argento e l’oro si intervallano ai più audaci rossi senza dimenticare le più classiche nuance del bianco e del nero.
Seducenti forme tridimensionali ottenute grazie all’utilizzo e la certosina sperimentazione di tessuti innovativi e ampiamente lavorati. E’ come nel caso del "filo di metallo intrecciato alla seta" che lo stilista assicura: "tra un anno lo useranno anche i grandi nomi della Haute Couture!”
Immancabili le pregiate pietre preziose che accrescono quel tocco di asimmetria ai tagli di abiti fasciati o svasati.
Pizzi, tulle e cascate opulente di Svarosky strizzando l’occhio alle donne più ricche del pianeta. L’intenzione è quella, dunque, di puntare l’interesse ai nuovi mercati come la Russia, la Cina, l’India e l’Europa dell’Est. A sostenerlo è lo stesso direttore creativo della maison che aggiunge: “I paesi emergenti, come Russia, Cina, India, Brasile, Europa dell'Est, Kazakistan, Azerbaigian, perche’ sono i nuovi consumatori dell'alta moda, e dobbiamo andare noi a cercarli a casa loro. L'epoca in cui i clienti andavano a casa degli stilisti e' finita. Basti pensare che una maison come Dior ha mandato la sua direttrice delle vendite in Kazakistan e mandera' la' anche la sua collezione, tutto pur di vendere”.
Non a caso in prima fila la miliardaria kuwaitiana Mouna Ayoub catalizza l’attenzione dei presenti.
Giunta a Roma esclusivamente per assistere alla sfilata è una tra le donne più ricche del pianeta.Amante e collezionista di abiti haute couture è una grande estimatrice della Tony Ward Couture.
Dal beige mandorla al blu delle cascate fino al verde acqua marina. Padroneggiano i colori della natura che donano alla donna vista da Mahfouz nuova luminosità e seducente calore.
I tessuti impiegati nella lavorazione per ottenere i ricami preziosi dall’abbagliante lucentezza sono stati ottenuti da una nuova ed interessante combinazione di filati creati appositamente per l’alta moda nel laboratorio dello stilista a Beirut.
Leggere mantelle trasparenti, abiti monospalla e scollature asimmetriche, inserti di chiffon accarezzano la silhouette fasciando con grazia ed eleganza i corpi. Un trionfo di mussola, merletto e satin con cascate di pietre preziose che a suon di musica scandiscono i passi decisi delle statuarie modelle.
Un connubio perfetto tra un passato sfarzoso con ispirazione ai ’70 ed un dinamico presente. Un soffio di Avant-Garde per una donna cosmopolita che non rinuncia mai ad essere elegante e al tempo stesso romantica.
Da vera padrona di casa accoglie calorosamente i propri ospiti accompagnandoli alle sedute, dialoga con loro ringraziandoli ad uno ad uno della presenza.
Supervisiona scrupolosamente ogni piccolo dettaglio per poi dileguarsi tra la folla dirigendosi dietro le quinte. Da lì la sfilata ha inizio. Sotto la sua ineccepibile direzione gli abiti si liberano d’ogni guinzaglio, uscendo allo scoperto per consacrarsi alla folla estasiata.
Un messaggio chiaro e diretto quello che la stilista milanese vuole lanciare: No alle magrezze ai limiti dell’anoressia per un ritorno alle curve e quelle rotondità femminili che il mondo della moda per troppo tempo ha rinnegato.
Le giacche dei tailleurs segnano le spalle e strizzano il giro vita per poi svasarsi sui fianchi. Splendidi i pantaloni plissè e le signorili gonne longuette. Spuntano a sorpresa audaci camicette di chiffon trasparentissime e dai colli guarniti di volants e plissés, audaci e sensuali, sotto spesse giacche dai tagli sbieghi.
"Nella mia collezione ho immaginato le figure morbide e desiderabili di Manet - racconta Raffaella - la coquetterie delle signore ritratte da Renoir, le scollature osè di Tissot e le leggerezze degli abiti di Boldini”. Ecco spiegati i toni grigi alla Cezanne e i più forti verdi, arancioni e blu ispirati al giardino di Moreno di Bordighera di Manet. Un vero e proprio inno all’arte impressionista tramutato in un autentico ed esemplare capolavoro d’alta sartoria decisamente senza tempo.
Curiosità: Raffaella riceverà poi un mazzo di rose bianche offertegli in dono da Giorgio Armani ed un bigliettino con su scritto: “Se io sono il re tu sei la regina”. E' quella la regina, gentile e garbata, che alla fine della passerella s’inchina in segno di gratitudine dinnanzi ai fotografi, emozionati e meravigliati.
Milly Carlucci durante la sfilata di Raffaella Curiel. |
Kledi Kadiu in dolce compagnia alla sfilata di Tony Ward. |
Rita Rusic e Marisa Stirpe alla sfilata di Tony Ward. |
L’opulenta Prima fila alla sfilata di Tony Ward. |
Prima fila sfilata Couriel Couture: Silvia Venturini Fendi (Presidente Alta Roma) e Valeria Mangani (Vice Presidente Alta Roma) |
Marisa Laurito e Renzo Arbore alla sfilata di Sarli Couture. |
L'alta moda romana dicono sia morta solo perchè i media non ne parlano...altrimenti non ha nulla da invidiare a Parigi!
RispondiEliminaMahfouz mi sembra aver copiato Versace di qualche stagione fa! o.O’''
RispondiEliminaMa il nome della giornalista??? Daiiiiiii vogliamo saperlo!!!!
RispondiEliminaWhat words..
RispondiEliminaSarli è top!
RispondiEliminaTony Ward invece ha deluso le mie aspettative.
RispondiEliminaStefania
Complimenti bello il blog.
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