DueDitaNelCuore • INstrike the pose!

☛ Innanzitutto mi scuso d’aver bidonato il mio settimanale appuntamento con la ribrica “Due Dita Nel Cuore” la settimana scorsa. Sono sicura che avete pianto tanto oltre ad avermi maledetta con svariate imprecazioni colorite perchè non ero qui a raccontarvi cosa stava succedendo nella mia meravigliosa vita. Ah! Denise e le sue manie di grandezza!

Non sono una donna (tantomeno una santa) molto costante, inizio le cose e non le finisco, e fondamentalmente non avevo niente di interessante da raccontarvi settimana scorsa... Se non che il mio cane si è innamorato ed è sempre triste. Ha questa faccia sbattuta che mi fa proprio venire da piangere.
Più o meno la stessa che ho io, ma... Hey, io non ho detto niente! Traete da soli le vostre conclusioni.
Ma veniamo al dunque.
Non so se vi ho raccontato della mia malattia per i social network che sì, è vero, in questa era di gente connessa 24/7 non è affatto una cosa strana, inusuale. 
Il punto è che io credo di superare leggermente la soglia della normalità. 
Sono iscritta a TUTTI i social network esistenti in rete. Su alcuni sfrantumo gli apparati genitali (vedete twitter o facebook o tumblr o pinterest) mentre su altri mi piace solo esserci, così da poter vincere anche quest’anno il festival che si svolge esclusivamente nel mio cervello dove, naturalmente, vinco sempre e solo io il premio "nerd più nerd".
Ah quanto mi piace vantarmi di essere completamente priva di vita sociale e di rapporti umani!!!


Così da quando ho gettato il mio vecchio cellulare nel secchio, un blackberry, (non compratelo mai perchè vi toglierà ogni briciolo di pazienza con il suo continuo bloccarsi e distruggersi lentamente) in barba a tutte le mie fisse ecologiste (volevo proprio fargli uno sfregio!) ho ereditato il super tecnologico smart phone del mio papà. Che sì, è più grande della mia testa stessa, ma almeno mi ha dato la possibilità, finalmente, di diventare una tipa “pro” e permettermi di entrare a far parte del magico mondo di Instagram.


La mia è una riflessione mooolto seria : prima di approdare su instagram la mia autostima era più o meno a -1000. 
Adesso siamo ancora ben lontani da un livello da “persone normali”, ma posso affermare con immensa gioia di essere a “-900”. Guadagnare 100 punti non è male! No ?!?
Ora che anche il vostro blogger preferito è approdato nel dorato mondo dei poracci che si credono fotografi solo perchè scattano col filtro lomo (Istagram: @modaholic), posso finalmente scrivere un’ode: Signori, io su instagram sembro una gnocca!
Anzi, lo sono proprio.
E poi posso farvi vedere quanto sono diventata brava a cucinare...
In un mondo in cui conta solo l'apparenza, la bellezza esteriore e il modo in cui ci si veste, almeno instagram mi da l’opportunità di far esplodere e condividere la mia vanità, assolutamente inesistente nella vita reale.
Vuoi mettere che posso vantarmi di quanto sia stata brava e capace di stendere l'eyeliner oggi?
E poi almeno, in questo mondo virtuale, ricevo commenti con scritto che sono bella e carina, addirittura figa.
Vuoi mettere la soddisfazione di condividere la gioia di aver indossato la maglia di Star Wars e le Doctor Martens Vegan che mi fanno sembrare Frankenstein?
Non è bellissimo eliminare la sottile linea "rossa figa-ragazza normale" a suon di like?
Un doveroso Grazie va, comunque, ai filtri (veri e propri effetti speciali) di Instagram. Questo perchè grazie a loro mi spariscono i brufoli. Grazie a quella dissolvenza posso mettere in secondo piano il disordine della mia cameretta e/o i miei capelli spettinati. 
Vuoi mettere che grazie all’effetto  "bianco e nero" posso fare finta di essere Audrey Hepburn? 
Grazie Istagram! Grazie, perchè ad una come me, che al massimo si è sparata le pose quando su facebook ha pubblicato una foto con i tamponi nel naso, hai aperto il magico mondo dell'autoritratto fotografico.
Io dico Sì! E a quelli che blaterano affermando di disconnettersi per vivere la vita reale rispondo: "fatelo voi, io nel mio mondo parallelo ci vivo alla grande!"
Chi l'ha detto che i social network fanno male? Intanto io qui posso beccarmi degli “I like” ammettendo di ascoltare addirittura i One Direction. E credetemi, non è cosa da poco!

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