Lingua a sonagli from Venice (parte prima)

George Clooney.
Smoking: Giorgio Armani

Primi giorni, prime considerazioni. L’arrivo di Madonna e l’atteso film di Clooney. Ma ciò che più di tutto resterà negli annali di questa sessantottesima edizione è...

Non ho ancora ben compreso se le prime giornate di questa 68esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, passeranno alla storia per lo sbarco di Miss Ciccone nel capoluogo veneto o per aver affidato la pre-apertura della rassegna ad uno dei film più brutti che la settima arte avesse da offrirci.
"Box Office 3d" di Ezio Greggio non piace alla critica. 
Quindi con ogni probabilità incasserà tanto quanto i cinepanettoni di Boldi e DeSica. E la cosa (purtroppo) non mi stupirebbe affatto.

Un'altra opzione potrebbe essere la spasmodica attenzione che la stampa ha riservato a Gerorge Clooney, non tanto per l'eccellente pellicola presentata, quanto per il suo arrivo a Venezia senza l'ex velina Elisabetta Canalis.
Resta il fatto che "Le idi di Marzo" (Opera da lui stesso interpretata, ideata, scritta e diretta) ha ricevuto, per ora, ottime critiche dagli addetti al settore presenti in sala.

Un'interessante thriller politico incentrato intorno ad uno scandalo sessuale di un candidato alla Presidenza liberale. 
Un film cinico che racconta tutte le bassezze della politica e di come prima o poi, anche i più corretti, si lascino condizionare e corrompere dai loschi meccanismi che la spasmodica sete di potere innesca.

Il caos regna sovrano. Folle di ammiratori in delirio e paparazzi pronti a tutto.
Madonna sbarca a Venezia!
Qualche giornalista ha pure avuto il coraggio di paragonare la sua pellicola a quella (sicuramente più riuscita) “Mariantonietta” di Sofia Coppola. Arduo direi.
Miss Ciccone sembra averci preso gusto a giocare a fare la regista. Questa volta, dopo la commedia “Sacro e profano” del 2008, ci riprova con una patinata “histoire d’amour” dal titolo “W.E”. 
I critici più aspri (e frustrati aggiungerei) la stroncano in pieno. Quelli più parsimoniosi la difendono (Perchè alla fine è di Madonna che stiamo parlando!) dovendo comunque ammettere che di “capolavoro” non si tratta. 

La storia narra la relazione tra il Duca di Windsor che, disposto a tutto pur di vivere la propria storia d’amore con la ricca signora (già due volte sposa) Wallis Simpson, rinuncia  al trono.

Matteo Marzotto? No, grazie!

Ma ciò che ha caratterizzato più di tutto queste prime giornate di Festival è stato lo "spiacevole inconveniente” che ha coinvolto il famoso imprenditore italiano Matteo Marzotto e sua madre Marta. Lui, nonchè presidente proprio della Vionnet (brand che ha vestito la popstar per quest’evento) è stato bloccato dalla sicurezza mentre spedito e sicuro di se era convinto di poter percorrere il red carpet insieme alla cantante.  Di seguito il Sign. Marzotto ha dichiarato: 

«Tre uomini con molti muscoli e con pochi capelli in testa - racconta - a un certo punto hanno deciso di lasciare fuori chi volevano; anche chi, come me, possedeva il biglietto per la prima. Una cosa indecente; sembrava di essere ai tempi delle scuole superiori quando si faceva selezione all'ingresso in discoteca: tu sì, tu no» 

E continua concludendo: «Percorrendo il red carpet volevo solamente dire "Guardate che bella Madonna con l'abito disegnato da Vionnet"; era un motivo di orgoglio. Non solo per me, anche per gli italiani. E invece non è stato possibile».
Sembrerebbe proprio il caso di dire: "A volte capita!"
Madonna. Dress: Vionnet - Sunglasses: Miu Miu 
L’abito lungo drappeggiato in sbieco in raso  azzurro opaco con ampio strascico è stato interamente ricamato in degradé con farfalle rosse in jais.  
Ciò che invece non delude mai è il red carpet! Unico, vero e incontrastato padrone di kermesse d’ogni sorta, incornicia maestosamente i vip e meno vip accorsi numerosi. Aggindati di tutto punto s’intervallano a colpi di abiti lunghi e smoking, accessori “sbrilluccicosi” e pesanti gioielli.
Asia Argento in uno splendido abito nero di Alberta Ferretti.
Andrea Riseborough: Dior Haute Couture A/I 2009
Carolina Crescentini sceglie Gucci (Collezione Cruise 2012). Abito in seta cipria impreziosito da un ricamo platino sul corpetto, abbinato a sandali in pitone e clutch in pelle oro antico con chiusura in bambù.




Violante Placido in Alberta Ferretti
Gioielli: Bulgari. Pochette: Renè Caovilla

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