Miuccia Mon Amour

Anticonformista nella vita quanto nel lavoro, è il Re Mida in gonnella dell’alta moda. Neppure immaginava di voler fare la stilista, la moda la snobbava o più semplicemente non le interessava. Miuccia Prada si quota in borsa ad Hong Kong e nel frattempo il pronto-moda spagnolo Zara le copia l’intera collezione.  
Si dice che se conosci Miuccia Prada,  o anche solo fugacemente avuto l'onore di incrociarla e scambiarci due battute, per un addetto al settore della moda, è un pò come se una suora carmelitana incontrasse il Papa per una benedizione.
Resa "santa" dall'imponente altare del fashion system, capitanato tra gli altri da Anne Wintour,  questa donna è amata oltremodo quanto venerata e certamente invidiata.
Irriverente a modo suo, unica ed anticonformista da anni non ha creato solo degli abiti o confezionato collezioni prêt-à-porter, ma bensì reso i suoi marchi (Prada, Miumiu, Church's, Car Shoe) delle roccaforti di autenticità ed originalità contraddistinte da una continua ricerca di design e materiali addizionati alla sapiente artigianalità di famiglia.
A volte, molto spesso la vita è strana. Ci riserva ciò che non ci saremmo mai aspettati da lei quanto da noi stessi.
In piena rivoluzione sessantottina Miuccia contestava animatamente contro il sistema, si teneva ben alla larga dal mondo della moda, se non fosse altro per quelle rare volte che ammirava lavorare il nonno nella bottega di pelletteria in centro a Milano. Mai avrebbe pensato di ereditare poi dalla madre quell'indiscusso patrimonio artigianale e trasformarlo successivamente in un colosso aziendale del lusso così da figurare nelle classifiche (Time e Forbes) delle donne più ricche e  potenti del pianeta.
Forse troppo per una che sognava di fare teatro, il mimo, e coltivava spensierata la spasmodica passione per la recitazione e l'arte. Quella passione che è riuscita egregiamente a fondere sia nei suoi abiti e accessori quanto in tutte le attività che portano il suo nome.
Sua è anche l'associazione culturale "Fondazione Prada", oggi uno spazio dedicato a nuovi progetti espositivi che organizza tra l'altro anche mostre ed eventi internazionali.
Un estro creativo, quello suo e delle persone di cui si circonda, che l'ha resa un Re Mida in gonnella dell'alta moda.
Tanto è, che l'ultima collezione primavera/estate della maison italiana è stata vilmente scopiazzata da un altro titano,ma di "pronto-moda" spagnolo, Zara.
E non ci si stupisce più di nulla, neppure di questioni irrisolte di copyright che poi, in fondo, nel mondo della moda si crede erroneamente non abbiano mai avuto un ruolo significativo.
Anche Vuitton ai tempi pensò bene di tutelarsi dagli imbroglioni registrando il proprio logo, ma vedesse oggi le bancarelle con le sue borse contraffatte si rivolterebbe nella tomba.
Un mio amico, che con il gruppo di Prada e l'imprenditore Patrizio Bertelli ci lavora, l'altra notte non riusciva a staccare le mani dalla tastiera da quanto era eccitato nel raccontarmi aneddoti sulla sua datrice di lavoro, di quanto geniale fosse e di quanto si sentisse onorato di poter lavorare per un azienda di questo calibro. Me la venerava battuta dopo battuta, ancora peggio di come sto facendo io in questo articolo.
Dagli abiti agli accessori fino ai vari show-room sparsi per il mondo, vere e proprie sculture architettoniche dalle mastodontiche proporzioni e pregiate rifiniture, tutti differenti, con un proprio ricercato ed unico design, eppure tutti figli della stessa autoritaria e gloriosa madre.
Quella donna, Miuccia, che proprio oggi è ritornata alle cronache per aver mosso l'ennesimo passo nel mondo della borsa dei valori, questa volta di Hong Kong. 
Il gruppo quotato sin dalla fine del 2007 si appresta ad essere la prima società italiana, a partire dal mese di giugno, a comparire tra le azioni del Sol Levante.  
La notizia, data da Reteurs, ha confermato che l'azienda ha avuto l'approvazione per la quotazione da 2 miliardi di dollari e sul mercato collocherà una quota pari al 20%. Intesa Sanpaolo, Credit Agricole, Goldman Sachs e UniCredit sono le banche che assistono la società milanese nella quotazione. 
Dal '68 fino alla laurea in Scienze politiche, poi i '70 quando sposò l'attuale compagno e socio d'affari Patrizio fino ancora agli '80 e le borse nere di nylon (accessorio cult della maison). Troppe parole sarebbero tuttavia poche per celebrare una donna che ad onor del vero è riuscita a farsi santificare da un Diavolo che ovviamente, come la pellicola ci ricorda, orgogliosamente veste Prada.

3 commenti:

  1. complimenti per l'articolo

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  2. Con l'unica differenza che un abitino di Zara lo pago 20 e quello di Miuccia 2000!

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  3. Intelligente e mai scontata, Miuccia porta alto l'onore della moda "Made in Italy" nel mondo.

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