Il Festival Internazionale del Cinema di Roma punta i riflettori sulla cultura nipponica attraverso l'istallazione di mostre, performance e video proiezioni che celebrano la cultura di una nazione considerata da molti " l'ultima fermata prima della luna".
Tra foto, pensieri e critiche: L'avventura di due inesperti viaggiatori (Io & la Stefy) nell'affascinante mondo del festival del cinema di Roma dal respiro sempre più internazionale.
La nostra ultima fermata, mia e della mia amica Stefania s'intende, è stata quella del bus 910 partito dalla stazione centrale di Termini e diretto all'Auditorium Parco della Musica dove ormai da 5 anni si tiene la manifestazione. Arriviamo inaspettatamente in anticipo alle ore 10.40. Assistiamo così ad un via vai di addetti ai lavori, giornalisti, cameraman, donne delle pulizie, camerieri, addetti agli stand e qualche attore di "serie b" in borghese.
Ma l'occhio vigile ed esperto della Stefy è riuscito a riconoscere persino la più sconosciuta delle attricette da fiction stile "Il bello delle donne", sotto occhialoni da vista grossi come fanali e felpone marchiato Gap.
Le mancava un caffè sturbucs in mano e avremmo potuto scambiarla benissimamente per una Paris Hilton de no altri all'uscita di un grande magazzino in quel di Los Angeles. Nulla contro si loro, sia chiaro ma è per rendere bene l'idea.
Ovviamente non vi diremo mai di quale personaggio stiamo parlano. Non sarebbe carino…proprio no!
Tutto questo per ribadire che il festival del cinema non è solo redcarpet, flash e proiezioni e che tra un film e l'altro tutti cercano il proprio minutino di celebrità, anche chi potrebbe farne a meno per rispetto... de no altri, appunto.
Troppi i servizi inutili dei tg più "autorevoli" vigili più sull'ospite che sull'opera.
Dopo un gironzolare frenetico ed un veloce caffè alla modica cifra di 5Euro riusciamo a trovare lo stand di Shiseido, a farci dare informazioni utili e quindi munirci di comunicato stampa.
Stefania intanto si lamenta per la maledetta colite che la tormenta da giorni. Io mi consolo di non essere lì da solo e alla vista dei capolavori fotografici di Mika Ninagawa , tiriamo tutti e due un sospiro di sollievo.
La mostra è composta da 50 opere tra ritratti di geishe, stampe floreali e foto di pesci rossi capaci di catturare l'attenzione visiva attraverso l'utilizzo vivido ed acido del colore.
Un alternarsi di ritratti di donne asiatiche occidentalizzate da abiti coloratissimi e alla moda collocate in ambienti e contesti sociali tipici dell'arte giapponese.
Famosissima in Giappone e in Francia, Mika è ritenuta una tra le più autorevoli fotografe di moda e per la prima volta in Italia presenta all'affascinato pubblico di Roma anche il suo primo lungometraggio dal titolo
Sakuran: un racconto rivisitato in chiave pop/psichedelica della vita di una donna vissuta nel quartiere del piacere Yoshiwara ambientato in un piccolo villaggio di pescatori chiamato Edo.
All'Impero del Sol Levante sono dedicate anche tutte le attività parallele alla manifestazione. Oltre all'anteprima della versione ristrutturata di Rashomon, classico di Akira Kurosawa del 1950; una retrospettiva sui film degli anni '50, "The Golden Age Japanese Production" e una tavola rotonda sul ruolo della donna nel cinema giapponese contemporaneo. Inoltre ad accogliere gli attori e registi un tripudio floreale di 800 orchidee bianche, rosa e rosse che costeggiano il redcarpet dell'Auditorium con l'istallazione dell'artista Shogo Kariyakaki.
In questo contesto padroneggia Shisedio, leader mondiale nel settore cosmetico di origine nipponica con una mostra dal titolo "Shiseido, designer della bellezza".
Quaranta opere tra litografie, pubblicazioni e campagne pubblicitarie d'autore per ripercorrere l'evoluzione del concetto di bellezza in Giappone dal 1868 ai giorni nostri.
La storia di Shiseido, fondata nel 1872 da Arinobu Fukuhara come farmacia di tipo occidentale, è parallela a quella della produzione di cosmetici in Giappone, cominciata solo con l'ultimo quarto del XIX secolo.
L'esposizione è quindi organizzata secondo un criterio cronologico e suddivisa in quattro periodi:
Meiji 1868 - 1912
Decò Anni '20 e '30
Pop Anni '60 e '70
Zen dal 1965 ad oggi.
... Restiamo qualche minuto a riflettere e rifletterci, a meditare, delle meravigliose opere d'arte che questi artisti ci hanno regalato. Ci avviamo verso la fermata del pullman soddisfatti, più leggeri e incuranti del lungo viaggio che ci aspetta per ritornare a casa. Almeno io...
La Stefy non si lamenta più per i dolori dovuti alla colite... ha scoperto appena saliti sul pullman l'arrivo del ciclo mestruale. ;)
AngeloNapolillo
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